I DOTTORI SONO BUONI QUI, E I TOPI ANCHE, E GLI INFERMIERI. NON MI POSSO LAMENTARE.
POTREI ESSERE CHIUSO NEL GUSCIO DI UNA PICCOLA NOCE E SENTIRMI IL RE DELL'UNIVERSO, MA FACCIO BRUTTI SOGNI, E POI SENTO SEMPRE QUELLE MALEDETTE VOCI DAGLI SCARICHI, CHE NON TACCIONO.

sabato 19 giugno 2010

Saramago e la Chiesa




Come forse qualcuno di voi saprà è morto Josè Saramago, il primo nobel portoghese, e un grande scrittore, uno dei grandi di questo secolo a cavallo tra due millenni. Forse qualcuno avrà letto il ricordo di Saviano. Dico forse, perchè pur essendo stata data la notizia (e ci mancherebbe altro!) in Italia non ha avuto la risonanza che ci si sarebbe aspettati. Ad esempio quella che ha avuto su giornali stranieri. D'altronde, il suo penultimo libro, una raccolta di brani tratti dal suo blog, era stata rifiutata dalla Einaudi, che per altro aveva pubblicato tutta l'opera di Saramago edita in Italia (ora riproposta da Feltrinelli, almeno i titoli più importanti, per adesso). Il fatto che in uno dei suoi pezzi si permettesse di dare il suo giudizio sul signor B (giudizio non esattamente entusiastico), immaginiamo che non abbia nulla a che vedere col rifiuto della casa editrice di proprietà del signor B, anzi, ne siamo sicuri.
Comunque, dicevamo, è stato dato poco risalto alla morte di uno degli ultimi grandi della letteratura. Fino ad oggi, fino a quando l'Osservatore Romano non ha pensato bene di farci sapere la sua opinione non esattamente entusiastica del signor Saramago. Perchè "è stato un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo","si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle 'purghe', dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi",perchè nel "Vangelo secondo Gesù", lanciò una "sfida alla memorie del cristianesimo di cui non si sa cosa salvare se, tra l'altro, Cristo è figlio di un Padre che imperturbato lo manda al sacrificio; che sembra intendersela con Satana più che con gli uomini; che sovrintende l'universo con potestà senza misericordia. E Cristo non sa nulla di Sè se non a un passo dalla croce; e Maria Gli è stata madre occasionale; e Lazzaro è lasciato nella tomba per non destinarlo a morte suppletiva".

Quantomeno sono riusciti a far si che si parlasse un minimo di Saramago, qui in Italia. Tra l'altro continuo ad illudermi che essendo questa - apparentemente - una democrazia, tutti abbiano il diritto di dire la propria opinione, anche giornali di uno stato straniero con cui non ho nulla a che vedere.

In questo senso, avendo anch'io una mia opinione, e anche i topi quaggiù sotto mi pregano di citarli, mi sento in diritto di ricordare alcuni piccoli particolari.

La foto sopra, non vi dice niente?
Allego qui sotto un paio di virgolettati di alti prelati argentini:

Nel dicembre del 1976, la Conferenza Episcopale Argentina inviò un messaggio al capo della giunta militare, il generale Videla: "In occasione delle prossime feste natalizie e per esprimere i nostri fervidi e cordiali auguri di un felice natale (…) a sua Eccellenza e a coloro che la accompagnano nel duro e rischioso compito di servire la Patria anche a costo della vita, questa Commissione Permanente saluta sua Eccellenza con la più distinta considerazione e la promessa di umili e quotidiane preghiere al Signore".

"L'Esercito sta espiando l'impurità del nostro Paese… i militari si sono purificati nel Giordano del sangue perché possano porsi alla testa del Paese intero…" (Monsignor Victorio Bonamín, provicario delle Forze Armate, omelia del 23 settembre 1975).

"La lotta anti-guerrigliera è una lotta per la Repubblica Argentina, per la sua integrità ma anche per i suoi altari… Questa lotta è una lotta in difesa della morale, della dignità umana, è una lotta in difesa di Dio… Perciò invoco la protezione divina in questa guerra sporca in cui siamo impegnati…" (Monsignor Bonamín, 6 dicembre 1977).

"A volte la repressione fisica è necessaria, è obbligatoria e, in quanto tale, lecita" (Monsignor Miguel Medina, vicario generale delle Forze Armate, aprile 1982).

"In Argentina non ci sono fosse comuni e ad ogni cadavere corrisponde una bara. Tutto è stato regolarmente registrato nei libri relativi… Desaparecidos? Non bisogna confondere le cose. Lei sa che vi sono desaparecidos che vivono tranquillamente in Europa…" (Monsignor Juan Carlos Aramburu, arcivescovo di Buenos Aires e cardinale; dichiarazioni rilasciate al quotidiano "Il Messaggero", 19 novembre 1982).

Tutti i virgolettati sono tratti da:http://www.ilprimoamore.com/testo_526.html
Inoltre è consigliabile la lettura di: L'isola del silenzio, Fandango libri, di Horacio Verbitsky, Il volo, fandango libri, di Horacio Verbitsky, e Per vendetta, Rizzoli, di Alessandro Perissinotto.

Non so se la fotografia sia abbastanza chiara, comunque si tratta di Giovanni Paolo II con l'amico Pinochet, e Jorgito Videla.
Si stringono la mano. Che carini.
Esattamente quello che avrebbe fatto Gesù Cristo se si fosse trovato di fronte ad un sanguinario dittatore che ha fatto ammazzare all'incirca trentamila persone durante una guerra non dichiarata in cui si capiva chi era l'aggressore ma non chi fosse l'aggredito. O, per meglio dire, aggrediti erano tutti quelli che non la pensavano come l'aggresore.

Per fortuna sei morto di vecchiaia e a casa tua, e non lanciato da un aereo in mare aperto (metodo benedetto dai cappellani militari. Vedi pag 35 de Il volo, Fandango, di H. Verbitsky: "Il giorno dopo (il volo) non mi sentivo molto bene e sono andato a parlare con il cappellano della Scuola che mi ha fornito una spiegazione cristiana della cosa... Mi diceva che era una morte cristiana perchè non soffrivano, perchè non era traumatica. Diceva che dovevano essere eliminati, che la guerra era la guerra, che perfino nella Bibbia era prevista l'eliminazione dell'erba cattiva dai campi di grano"), per fortuna l'unica cosa che possono dirti - adesso che non puoi replicare - è che valevi poco. Peccato che non ricordino che hai identificato la bontà come suprema forma dell'intelletto.

Tanti saluti a tutti, anche dai topi.

Un topo, quaggiù, mi domanda: ma quel delinquente sepolto in chiesa in mezzo ai papi (De Pedis, lo dico io perchè il topo non ricorda il nome), ma che fine ha fatto poi? Qui c'è un gruppo di topi che sostiene si sia trattato di un errore, che qualcuno l'ha scambiato per un papa.
Un altro dice, ci sta, a questo mondo non si puoi mai sapere. E poi, mai pensar male.

sabato 5 giugno 2010

Saviano parlava di Aosta (possibile non accorgersene?)

Borriello se l'è presa con Saviano perchè, dice, lui si è fatto i soldi parlando male della sua città (Aosta). Sconcerto tra i compagni di squadra: << Non pensavamo sapesse leggere. >>

In effetti si è scoperto che il libro Gomorra glielo ha raccontato Ronaldinho, che però non lo aveva letto neppure lui. Glielo aveva raccontato, a sua volta, Adriano, che ne aveva sentito parlare da un narcos della sua favela favorita, ma erano ubriachi tutti e due e non è chiaro neppure adesso se il narcos l'avesse realmente letto, il libro. La storia che è giunta alle orecchie di Borriello faceva più o meno così: la Campania, e Napoli (la Aosta del libro, per chi non lo avesse letto), è in mano a certi tizi con soprannomi strani, che non sarebbero bella gente. Poi,nella narrazione, certi muoiono e certi altri non buttano la spazzatura dove andrebbe gettata. A volte si sentono degli spari, ma forse è qualcuno che festeggia, non si capisce bene. Saviano, secondo questa versione, non farebbe nomi specifici, almeno nel libro, ma sosterrebbe che certe cose non sono affatto belle.

E' comprensibile che Borriello abbia ritenuto questa ricostruzione assolutamente non credibile, e messa in piedi da qualcuno con la chiara volontà di distorcere la realtà. Comunque alla fine si è scusato, non era stato capito il suo intervento: lui voleva dire che il libro non è una guida turistica (certo non ad Aosta città, al massimo si può pensare si volesse descrivere la periferia)innanzitutto perchè non ci sono le fotografie, e poi non si trova d'accordo con la pettinatura di Saviano. Riflette troppo.

Il sindaco di Aosta ha fatto sapere che è tutto risolto e lui non si è mai sentito offeso nè dall'uno nè dall'altro. Ha aggiunto che le prossime vacanze di Natale le trascorrerà da sua sorella a Bogotà. Forse là incontrerà Boldi, o De sica. Comunque non tutti e due, e soprattutto non tutti e due insieme.