I DOTTORI SONO BUONI QUI, E I TOPI ANCHE, E GLI INFERMIERI. NON MI POSSO LAMENTARE.
POTREI ESSERE CHIUSO NEL GUSCIO DI UNA PICCOLA NOCE E SENTIRMI IL RE DELL'UNIVERSO, MA FACCIO BRUTTI SOGNI, E POI SENTO SEMPRE QUELLE MALEDETTE VOCI DAGLI SCARICHI, CHE NON TACCIONO.

sabato 2 aprile 2011

The ward (il reparto), di John Carpenter

Casomai qualcuno fosse preso da un raptus improvviso (e misterioso) e decidesse di uscire di casa col preciso intento di andare a vedere The ward, credo che come minimo dovrebbe essere messo al corrente di certe questioni connesse. Ad esempio c'è la più che buona probabilità che dopo soli cinque minuti (minuto più minuto meno), a sala buia, rischiate di essere assaliti dal dubbio di essere finiti in una macchina del tempo, dritti dritti nel bel mezzo degli anni 80, e questo nonostante il film sia ambientato negli anni 60. Poi avrete l'impressione di averlo già visto, questo film per il quale vi siete scomodati da casa e via discorrendo, e non solo la storia, ma anche gli interpreti che, pur essendo più o meno sconosciuti, si ha l'impressione di aver già visto in decine di film o telefilm o altre mostruosità del genere, e non solo gli interpreti, ma anche le ambientazioni, le battute e, non ultimo, il montaggio. Dopo all'incirca mezz'ora vi sarete convinti di star assitendo alla solita cagata senza senso, e vi mangerete le mani perchè forse avevate pregustato un bel thriller teso, magari con sfumature metafisiche o esoteriche o quel diavolo che è, e invece vi trovate di fronte ad una specie di horror che horror non è, in un'America che avete imparato a conoscere a memoria nella votra infanzia, con le solite bellocce bionde che vengono prese di mira o da qualche pazzo psicopatico o da qualche anima demonica tornata per non si sà quale pertugio nella nostra dimensione. In effetti, più o meno, le cose prendono quella piega. La ragazza bionda di cui sopra corre nel bosco in sottoveste bianca, arriva di fronte ad un fattoria abbandonata (o che si immagina abbandonata, o che si spera abbandonata) e, come se niente fosse, le dà fuoco. Rimane in ginocchio a guardare l'edificio in fiamme. Alle spalle, i campi di grano bruciati dal sole. Arriva la polizia, la prende su (a fatica) e la porta via. Se le inquadrature fossero durate qualche manciata di secondi in più invece di essere tagliate con l'accetta sul più bello, avrebbe potuto sembrare l'incipit di un noiosissimo film d'autore. Invece, in me che non si dica portano la ragazza bionda, che poco alla volta arriva ad apparire quasi belloccia, in un manicomio, o istituto di igiene mentale. Da lì, nel reparto. Nel reparto ci sono altre ragazze: quella più, quella meno, ma tutte fuori di melone, ovviamente. Nel microcosmo del reparto si scatenano le forze oscure del male che minaccerà le ragazze e la bionda protagonista di cui sopra, ormai quasi carina. Tanto carina quanto irriducibile. Negli anni 80 erano i lunghi corridoi vuoti dei college, la notte, a fare paura, qui sono i lunghi corridoi (più che altro un corridoio, neppure poi lunghissimo) del reparto, in contrapposizione all'angustia delle stanze-celle. Insomma, viene fuori che le ragazze poco alla volta scompaiono, che c'è in giro lo spirito di una ragazza misteriosa, una degente di qualche tempo prima che, ad occhio e croce, si intuisce deve aver fatto una fine poco piacevole. Mi fermo. Fino a qui, il film, è di una noia non proprio mortale ma quasi, e si sostiene su effettacci che forse negli anni 80 erano già anche sorpassati (corridoi appunto, e poi fulmini e tuoni a piene mani, manifestazioni spiritiche gommose, qualche scena gore fatta in casa, ecc.). Poi arriva il finale, e le cose cambiano, magari non molto ma un po' cambiano comunque, e all'improvviso vi trovate a pensare che forse, alla fine dei giochi, il film non era quella cagata già vista e rivista che pensavate. Magari non è un capolavoro (anzi, sicuro non lo è), ed è una cagata ugualmente, ma un'altra cagata, diversa da come l'avevate immaginata e temuta dopo i primi fatidici cinque minuti (minuto più, minuto meno). Quindi è bene non svelare come va a finire. Se ne può fare tranquillamente a meno (lo dico io che non sono un appassionato del genere, magari gli aficionados di Carpenter ne usciranno commossi), e non è uno di quei film che rimarrano nè negli annali nè nelle teste degli spettatori. Credo che sia l'ideale per i nostalgici di certo cinema (horror soft - thriller) di un certo periodo (anni 80 appunto). E' uscito nel 2010 e mi pare che i distributori non si siano scapicollati per mandarcelo qui in provincia-Italia il prima possibile.
  Avete presente la Corazzata Potemkin? Ecco, è parecchio diverso.
  Avete presente Halloween, the Fog, e Villaggi (dei) dannati, e Semi vari della follia? E' uguale.



USCITA CINEMA: 01/04/2011
REGIA: John Carpenter
SCENEGGIATURA: Michael Rasmussen, Shawn Rasmussen
ATTORI: Amber Heard, Danielle Panabaker, Lyndsy Fonseca, Mamie Gummer, Jared Harris, Mika Boorem, Leigh-Laura, Sean Cook, Sali Sayler, Jillian Kramer

FOTOGRAFIA: Yaron Orbach
MONTAGGIO: Patrick McMahon
PRODUZIONE: Echo Lake Productions, A Bigger Boat, North by Northwest Entertainment, Premiere Picture
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: USA 2011
GENERE: Horror, Thriller
DURATA: 88 Min
FORMATO: Colore 2.35 : 1