
Certa gente, diciamocelo, sarebbe meglio non vederla piangere, non per
altro, ma perchè in fondo a noi non ne viene in tasca niente e a loro, a
questa cosiddetta certa gente, neppure. Ce ne stiamo spaparanzati nella
Galleria Colonna ad aspettare di sapere di che morte morirà il popolo
italiano di qui a poco e quindi, in un certo senso, anche noi, e tutto
ciò che possiamo aspettarci é qualche domanda insulsa da parte dei
giornalisti presenti. Come volevasi dimostrare, ne giungono a vagonate,
di domanda idiote. Fin qui nulla di strano, tutto normale. Sono
tranquillo perchè in fondo conosco bene l'acquario in cui mi sto
muovendo e i pesci che vi bazzicano. Un paio dei presenti sono
chiaramente sotto effetto di sostanze psicoattive, e almeno sei o sette
sono impegnati a sbirciare la biancheria intima delle colleghe, anche di
quelle oggettivamente inguardabili. Tra questi, il sottoscritto. Non è
che ci sia di meglio da fare. I restanti continuano a guardarsi attorno
smarriti, con la stessa espressione ebete e preoccupata stampata in
volto che hanno messo su dal 16 Novembre, vale a dire da quando si sono
ritrovati senza più sapere a chi portare l'osso. Caduto il governo
dell'uomo di Arcore, già tessera 1816 della loggia massonica P2 (da qui
in avanti indicato semplicemente con la sigla
T1816), schiere
sterminate di imbrattacarte e occupavideoatradimento si sono trovate
senza più un punto di riferimento. Traduzione: e adesso? Chi sarà il
nuovo padrone? Ovviamente a nessuno di questi geni è passato per la
testa anche solo in un lampo repentino di lucidità che, forse, questa é
l'occasione propizia per sciogliere il guinzaglio e correre liberi per i
campi infiniti della " libera informazione di un grande paese
democratico ". La libertà, giura chi ci si è trovato di fronte, fa
paura. Ti tremano le ginocchia, cominci a balbettare e a sudare (si suda
in questi casi un po' freddo e un po' caldo, in sequenza). Comunque, a
parte un paio di giornaliste già conosciute ed apprezzate per l'aspetto
estetico della loro professionalità, per il resto non c'é molto da
guardare. Posso assicurarlo. Sempre meglio però che alzare lo sguardo e
piantarlo di fronte. Dietro un catafalco terribile ed oscuro, di una
pesantezza insostenibile, la linea di attaccanti formata da Mario Monti
(da qui in avanti indicato, per semplicità, come
MM) se ne sta
fissa e pronta a massacrare il paese. Penso, non è un gran problema,
questo è un paese che è abituato a farsi massacrare. Dirò di più, pare
esserci portato. Negli ultimi ultimi vent'anni, questo paese di
ritardati, massoni, chierici, piduisti, mafiosi e paramafiosi, generali
golpisti e presentatori televisivi è parso addirittura provare un
sinistro godimento del trattamento degradante cui è stato
sistematicamente e sadicamente sottoposto. Mentre seguo svogliato la
scena mi viene da pensare a Luana Englaro, a quelle immagini selvagge di
gente che brandiva bottigliette d'acqua sotto la finestra dove la
poveretta stava finalmente ponendo fine alle sue sofferenze. Sul
cellulare mi arriva la notizia che è morto Socrates, il tacco di Dio, o
qualcosa del genere se ben ricordo, una specie di intellettuale di
sinistra prestato al calcio ed alla cerveza. In quel momento, non so
perchè, non chiedetemelo, ho la certezza che rincarerà tutto, che
sopraggiungeranno nuovi balzelli, per qualche istante mi balenano
davanti agli occhi le immagini di quanti da qui in avanti si getteranno
dalla finestra di casa, di quanti si appenderanno al lampadario del
salotto, di tutti quelli che soffocheranno moglie e figli per poi
spararsi un colpo in bocca, di tutti quelli che si impegneranno in
qualche gesto inconsulto e definitivo perchè incapaci di rincorrere
ancora la speranza, e ho la certezza dicevo, la certezza assoluta, che
la Chiesa non verrà toccata, che i grandi patrimoni non verranno toccati
se non marginalmente ed in maniera del tutto superifciale ed
inadeguata. Chi finirà in disgrazia e avrà il polso sufficentemente
fermo per non andare ad ingrossare le fila dei suicidi, farà la fila
alla Caritas, chinerà il capo, e ringrazierà pure Santa Madre Chiesa per
il piatto di minestra calda. Non so, ma mi pare di intravvedere una
forma di conflitto di interessi. La Chiesa non versa il suo obolo allo
Stato (date a Dio quel che è di Dio e a Dio quel che è di Cesare) e come
per miracolo si ritrova una legione di fedeli cenciosi da tenere per i
coglioni con la balla della carità cristiana. A questo punto incappare
nell'immagine del ministro Fornero che piange perchè - immagino - prova
vergogna a dover annuciare ai soliti quattro gonzi che saranno loro,
come al solito, a prenderla in quel posto (culo), diventa una
conseguenza naturale e quasi liberatoria. Voglio dire, solo un mese fa
non sarei stato capace di immaginare l'esistenza di gente al potere in
questo "paese che sembra una scarpa" capace di provare vergogna. E in
effetti avrei sbagliato. Hanno distrutto lo statuto dei lavoratori, si
sono fatti regalare case a loro insaputa, hanno immaginato chilometrici
tunnel percorsi a velocità folle da neutrini non meglio precisati, hanno
scambiato una minorenne marocchina per la nipote del primo ministro
egiziano, hanno insultato i precari, hanno ruttato e mostrato il dito
medio alle telecamere, hanno inciuciato con P3, P4, con Lavitola, si
sono fatti portare ragazze da Tarantini, hanno baciato mani a dittatori,
hanno fatto il segno delle corna in foto ufficiali, hanno annunciato di
fondare un partito a sostegno della vagina, hanno fatto rientrare soldi
portati illecitamente fuori dal paese con tassi che nemmeno Mediaworld
sotto Natale e un sacco di altre delicatezze che ora sul momento non mi
sovvengono, e sempre senza provare il minimo senso di vergogna. Nemmeno
un accenno di rossore sulle guance. Allora, ho pensato che la cosa
migliore sarebbe stata tornare a dare voti alle curve del culo delle
colleghe giornaliste che stavano sostenendo una sforzo sovrumano per non
collassare dal sonno. I voti, tra l'altro, si sà, sono il sale della
democrazia.