I DOTTORI SONO BUONI QUI, E I TOPI ANCHE, E GLI INFERMIERI. NON MI POSSO LAMENTARE.
POTREI ESSERE CHIUSO NEL GUSCIO DI UNA PICCOLA NOCE E SENTIRMI IL RE DELL'UNIVERSO, MA FACCIO BRUTTI SOGNI, E POI SENTO SEMPRE QUELLE MALEDETTE VOCI DAGLI SCARICHI, CHE NON TACCIONO.

domenica 15 maggio 2011

Con gli occhi dell'assassino (Los ojos de Julia), di Guillem Morales

 Sarà forse un caso che questo "Con gli occhi dell'assassino" (titolo originale: Los ojos de Julia) esca poco dopo la morte di Ernesto Sabato, maestro della letteratura bonaerense che ha fissato su pagina (pagine indimenticabili, per chi ha letto Sopra eroi e tombe) la sua ossessione e fobia per il mondo dei non vedenti, arrivando addirittura ad ipotizzare una fantomatica setta di ciechi perennemente invischiata in intrighi come minimo sinistri. Torniamo al film: la bella Julia, donna di mezz'età affascinante e affermata nel lavoro, sposata senza figli, percepisce che è capitato qualcosa alla sorella gemella. In effetti questa, alla prova dei fatti, si è suicidata. Con una corda al collo e ascoltando una canzone che odiava. Sara, la gemella morta, era cieca, in attesa di un donatore per poter tentare un'operazione di trapianto di cornea (o qualcosa del genere). Viveva sola. Da sei mesi non parlava con la sorella. Julia ( interpretata dalla bella e notevolmente brava, quantomeno in film di genere, Belen Rueda ) non crede che si sia trattato di un suicidio e si mette ad indagare.. Anche Julia è affetta dalla medesima malattia degenerativa che ha portato alla cecità la sorella, e non dovrebbe sottoporsi ad alcun tipo di stress. Indagare, ad esempio, su un possibile suicidio è da ritenersi motivo di stress. Julia se ne frega e indaga ugualmente, senza dar retta alla saggezza del marito che le vorrebbe evitare di infilarsi in un ginepraio senza via di uscita e riportarla alla sua vita di sempre e, casomai, a rimirare il cielo notturno nel deserto (così dice lui). Julia scivola ovviamente nell'incubo: donne cieche (e gnude) che spettegolano sulla sorella nel centro Bahumann (nulla di più inquietante di un centro per non vedenti con un nome teutonico), camerieri inopportuni, presenze invisibili, vicine di casa prive della vista e di qualche rotella, vicini di casa assatanati, rappresentanti delle forze dell'ordine increduli, vecchi abbandonati da tutti che sanno troppo e via discorrendo. In realtà più che un film sulla cecità ed i suoi mostri è un film sull'invisibilità quotidiana e le mostruosità che può generare, un bel film sull'invisibilità quotidiana e sui mostri che inevitabilmente finisce per generare. Un film molto ben orchestrato, con un'ottima sceneggiatura molto solida che struttura una storia in qualche modo non particolarmente innovativa in modo da renderla tesa e godibile. Quello della cecità al cinema è un sottofilone che di solito si articola su due generi, quello melodrammatico e strappalacrime e quello thriller-horror, questo film, se Dio vuole, fa riferimento al secondo genere, ed è uno dei migliori che si può ricordare. Per un motivo in particolare: perchè è fatto bene. Ben dosato, intendo dire. La tensione che cresce inesorabilmente, e la trama che si dipana senza svelarsi. Una buona regia, un'ottima fotografia e delle buone interpretazioni. Il ricorso stesso ad effetti che colpiscono allo stomaco lo spettatore è ridotto al minimo per un prodotto del genere, ed è sempre usato in maniera opportuna. Un ottimo thriller più che un film horror. L'idea è che, la stessa storia, messa in mano ad un regista americano, pungolato da un produttore americano, ne avrebbe fatto una vaccata splatter da un'ora e mezza. Il cinema spagnolo, invece, si trova in un periodo di grazia in cui riesce a sfornare ottimi prodotti, come già aveva fatto, ad esempio, con El Orfanato, film di ottima fattura, sempre con Belen Rueda come protagonista, e sempre con Guillermo del Toro come produttore. L'impressione è che la mano di Del Toro su diversi film di questi ultimi anni da lui prodotti si veda eccome, forse addirittura nell'omologare in parte i toni dei film tra di loro, ma si tratta di un'omologazione indubbiamente benvenuta perchè - caso raro - omologa verso l'alto.



  Sembra girato con l'apposito intento di sbugiardare il detto " Occhio non vedere, paura non avere " (cit. da Corvo torvo, di Vinicio Capossela).

Un film di Guillem Morales. Con Belen Rueda, Lluís Homar, Pablo Derqui, Francesc Orella, Joan Dalmau.
«continua
Titolo originale Los ojos de Julia. Horror, Ratings: Kids+16, durata 112 min. - Spagna 2010. - Moviemax uscita mercoledì 11 maggio 2011. - VM 14

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